BCC Valdarno Fiorentino e GRUPPO PODISTI RESCO 1909 A.S.D.
organizzano
domenica 23 LUGLIO 2023
la decima edizione della GREEN RUN – VALLOMBROSA TRAIL
corsa podistica competitiva di km. 20 D+ 767m (oltre ad una prova non competitiva a staffetta di km. 10 + 10 ed una camminata ludico motoria di km. 5),
promossa da:
CREDITO COOPERATIVO VALDARNO FIORENTINO - BANCA DI CASCIA e MUTUA VALDARNO FIORENTINO
con il patrocinio di: Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve, Comune di Reggello,
e di FEDERCASSE - Federazione Italiana Banche di Credito Cooperativo - Casse Rurali, Sport Senza Frontiere Onlus,
Università Niccolò Cusano – Telematica – Roma
Sport Senza Frontiere Onlus
ETS REGALAMI UN SORRISO; - Ass.ni sportive, di volontariato e di pubblica assistenza del Valdarno Fiorentino,
con la collaborazione del Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Vallombrosa
Gara inserita nel circuito VALLI ARETINE TRAIL CUP CSI Arezzo
Visualizza il percorso di gara su Wikiloc
Descrizione percorso a cura del Reparto Carabinieri Biodiversità di Vallombrosa
Si parte dallo scenografico Pratone di Vallombrosa (980 m) adiacente alla millenaria Abbazia Benedettina di cui si percorre il perimetro per poi accedere ad un tratto davvero suggestivo all’interno degli Arboreti Sperimentali in cui sono raccolte oltre 1000 specie diverse di alberi e arbusti. Imboccata la strada forestale in località Santa Caterina (sentiero CAI 12), la si abbandona poco dopo a Bocca di Lupo – nome che ci rimanda alla presenza, fra la fauna locale, del raro predatore - per poi percorrere un facile sentiero a mezzacosta (CAI 10A) che, superato un ultimo breve tratto in forte salita, ci porta su strada sterrata lungo i panoramici pascoli del Poggio delle Ghirlande (CAI 13): da qui si può ammirare buona parte del Valdarno Superiore con le fiabesche e misteriose guglie delle Balze, testimonianza di un antico lago preistorico e, più in là, i Monti del Chianti , il Monte Amiata e le Apuane. Giunti in località Macinaia - Km 5 circa - si imbocca il CAI 14 detto “Viottolo del Malpasso” (il nome è tutto un programma...!) che ci condurrà al Bivacco di Capanna delle Guardie: siamo nel cuore dell’Area Protetta della “Foresta di Sant’Antonio”. Ci lasciamo a sinistra il rifugio ed imbocchiamo una strada forestale pianeggiante che ci porta fino alla radura della Croce al Cardeto. Giriamo a sinistra ed imbocchiamo il sentiero di crinale (CAI 00), non molto distante dal Monte Secchieta ed alla quota di circa 1430 metri, il punto più elevato della nostra “cavalcata“. Si prosegue quindi fino a Prato al Ceppo; proseguiamo fino al Rifugio Giuntini dove si trova il “cambio staffetta” e da qui, sempre sul sentiero di crinale, scendiamo fino al Valico di Croce Vecchia. Pochissimi metri di asfalto e poi di nuovo su sentiero (CAI 7) fino ad incrociare ancora una volta una strada forestale: la si percorre fino alla Mandria dove svettano, da oltre 60 metri, le piante più alte d’Italia!! Giunti al Metato – antico podere vallombrosano – si prosegue per gli ultimi 4 Km di gara che riporteranno i partecipanti al traguardo del Pratone.
Una doverosa precisazione: lungo il percorso, l’attenzione dei podisti sarà sicuramente richiamata anche dalle tante piante cadute a terra e dalle ampie radure che si sono create. La situazione odierna è ancora il risultato della tempesta di vento verificatasi il 5 Marzo 2015 quando, per molte ore, il vento è spirato ad altissime velocità (superiori anche ai 150 Km/h), mai registrate prima a memoria d’uomo. Il vento, nonostante abbia colpito indifferentemente tutta la Foresta di Vallombrosa, ha infierito più che altro sui boschi di Abete bianco, la pianta simbolo della Riserva (diffusa abbondantemente dai Monaci, prima, e dai Forestali, poi) a causa di alcune condizioni di relativa “sofferenza” dovute al fatto di trovarsi in “purezza” (ovvero in assenza di altre specie), uno stato non ottimale per le sue caratteristiche ecologiche. In meno di 24 ore sono cadute al suolo tante piante – circa 15.000 - quante il Piano di Gestione (una sorta di “Piano Regolatore” del bosco) prevedeva dovesse accadere in circa 50 anni! Oggi ci sono circa 60 ettari di bosco completamente atterrato (l’equivalente di circa 100 campi di calcio) e con tantissime altre piante cadute all’interno delle porzioni di bosco rimaste in piedi. Si tratta di una quantità di legname enorme, impossibile da stimare con esattezza ma valutabile in circa 60.000 metri cubi (diciamo... 2.000 autotreni con rimorchio!!) che faticosamente si è cominciato a smaltire. Strade rovinate, sentieri ostruiti, acquedotti interrotti, fabbricati danneggiati e tanto, tanto lavoro da fare nei prossimi anni! Il Reparto Carabinieri Biodiversità di Vallombrosa, che gestisce la Riserva, vorrebbe fare tutto e subito ma questo non è possibile; vorrebbe riportare al più presto la Foresta ì come si era abituati a vederla ma il bosco ha i suoi tempi, diversi dai nostri, e ci vorranno decenni per sanare definitivamente tutte le ferite. Per questo il Reparto Carabinieri Biodiversità di Vallombrosa chiede comprensione e pazienza, consapevole dei propri limiti e del fatto che comunque la Natura saprà trovare le soluzioni più adatte, restituendo a tutti, alla fine, un bosco ancora più ricco di biodiversità e di vita di quanto non lo fosse in precedenza: uno scrigno di inestimabile ricchezza a disposizione di tutti coloro che hanno ed avranno la curiosità e la passione per scoprirlo appieno!